Professore presso l'Università di Siena, è Accademico della Crusca e membro del suo consiglio direttivo, membro della giuria del “Premio Strega”. Attualmente è condirettore di una nuova edizione del Vocabolario Treccani (Il nuovo Treccani, 2018) e direttore del Thesaurus Treccani (2018). Dal 2008 è consulente linguistico di già Rai Educational.

Quando è iniziata la sua carriera?

Mi sono laureato nel 1982, sono stato ammesso al dottorato di ricerca in italianistica l’anno successivo (I ciclo), ho vinto vari concorsi a cattedre nella scuola fra il 1983 e il 1985 e un concorso per un posto di ricercatore in Linguistica italiana nel 1992. Nel 2000 ho vinto il concorso per professore ordinario nel settore disciplinare “Linguistica italiana” e sono stato chiamato dall’Università di Siena.

Cosa l’ha spinta ad approfondire studi linguistici?

L’interesse per la disciplina che ha saputo trasmettermi il mio Maestro, Luca Serianni.

Quanto pensa sia importante approfondire la padronanza della propria lingua per un traduttore e interprete di madrelingua italiana?

Credo che per un traduttore sia fondamentale dominare perfettamente l’italiano in tutti i suoi registri, in tutte le sue varietà, in tutte sue ricadute settoriali.

Quanto pensa sia importante avere una formazione settoriale per un traduttore e/o interprete?

Moltissimo; rinvio alla risposta data alla domanda precedente.

Quali sono gli errori di lingua più comuni nei testi tradotti in italiano?

In tutta sincerità, non mi sembra di aver registrato errori nei testi tradotti con cui mi è capitato di avere che fare.

Quale tra i suoi testi non può mancare nella “cassetta degli attrezzi” di un traduttore di madrelingua italiana e/o straniero?

Sarebbe presunzione da parte mia definirli “testi che non possono mancare nella cassetta degli attrezzi”; mi limito a dunque a consigliarne tre: un vocabolario (il Nuovo Treccani che ho diretto insieme a Valeria Della Valle, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2018) e due manuali, uno più agile (il Prontuario di grammatica, Roma-Bari, Laterza, 2013) e uno di più ampio respiro (la Grammatica di riferimento dell’italiano contemporaneo, Milano, Garzanti Linguistica, 2006).

Ha mai lavorato a contatto con un interprete/traduttore?

No.

Credo che per un traduttore sia fondamentale dominare perfettamente l’italiano in tutti i suoi registri, in tutte le sue varietà, in tutte sue ricadute settoriali.

Avrebbe qualche consiglio da dare a chi si approccia per la prima volta al mondo della traduzione?

Avere sempre sulla scrivania la Grammatica italiana di Luca Serianni e, se posso permettermi, il Nuovo Treccani.

 

Vuole darci qualche anticipazione e/o curiosità sul suo intervento?

Fra i vari argomenti che affronterò, riveste particolare attualità la questione del femminile dei nomi di professione.

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